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JIM MORRISON
E I
DOORS

BIOGRAFIA

L’accordo però si era dimostrato poco proficuo per entrambe le parti. L’Aura aveva pubblicato un singolo che era prontamente affondato senza lasciare traccia e non si sentiva di spendere altri soldi per pubblicare un altro disco del complesso. Come compensazione offrì al complesso l’uso gratuito dello studio per un pò di tempo e Ray decise che era ora di usarlo. In tre ore, spesso usando solo una o due piste, il gruppo aveva registrato sei pezzi che includevano “Moonlight drive”, “Hello I love you”, “Summer’s almost gone”, “My eyes have seen you”, “End of the night” e “Go insane”. A questo punto il gruppo era composto dai tre fratelli Manzarek più Jim, John e una anonima ragazza che suonava il basso. Le registrazioni erano organizzate e dirette dal proprietario dello studio, intimo amico di Ray, Dick Bock. Il complesso lasciò lo studio con in mano un acetato che conteneva le rozze registrazioni delle sei canzoni. Il passo successivo era cercare e trovare un contratto sfruttando il primo disco e a questo scopo presentarono il materiale a tutti i più importanti livelli del settore nella West Coast. I vari responsabili furono concordi nel giudicare il lavoro orribile. Nessuno capiva il potenziale che stava dietro a questo primo esperimento. I gruppi più fortunati nella West Coast del 1965 erano i divertenti Beach Boys e i Mamas and Papas dedicati a cospargere il mondo di pace e amore. Secondo i criteri musicali delle compagnie lo scuro messaggio dei Doors non era accettabile per cui furono respinti da tutte le Case Musicali, situazione peraltro capitata alla maggior Parte dei complessi veramente grandi. Benché la maggior parte delle Case Musicali avesse dunque deciso di trascurare i Doors c’era un uomo che, se non convinto, era almeno colpito dalla loro musica ed era curioso di conoscerli meglio. Si chiamava Billy James, ed era stato a New York come responsabile della pubblicità di Bob Dylan alla Columbia Records. Dopo essersi trasferito nella West Coast nel 1963, rimase con la Columbia ma gli fu dato l’incarico di trovare e sviluppare nuovi talenti. Jim, Ray, John, e Dorothy andarono a trovarlo un pomeriggio e gli sottoposero l’acetato. Billy fu subito colpito dalle liriche di Jim e dalla cruda, semplice anima di quella musica. Lo impressionò anche il gruppo in se stesso per il modo spontaneo di comportarsi e per le idee chiare che i suoi componenti avevano su cosa volevano e dove volevano arrivare. Billy però non era completamente sicuro delle sue possibilità di tirar fuori il meglio dal complesso perché era relativamente poco esperto di Studio.

Pensò che se avesse potuto trovare un altro produttore della Columbia interessato a quel complesso, lo avrebbe potuto davvero lanciare. Era anche abbastanza scafato da capire che la cosa non sarebbe stata facile e così offrì loro un contratto per cinque anni e mezzo in cui la decisione finale sarebbe stata presa dopo un primo periodo di sei mesi. Durante questo periodo la Columbia doveva produrre un minimo di quattro facciate di cui almeno due pubblicate. Incoraggiati da questo fatto Ray e John erano determinati a mettere un pò di brio nella banda. Jim preferì lasciare le decisioni musicali a Ray. Dopo che Rick Manzarek se ne andò, risultò evidente che il gruppo avrebbe avuto bisogno di un altro chitarrista e anche di un bassista. Cominciò la ricerca. Su suggerimento di John, provarono un altro ex-membro degli Psychedelic Rangers, Robbie Krieger. Leggero, con vaghi occhi verdi e capelli ricci prematuramente radi Robby aveva incontrato Ray al Centro di Meditazione e fu subito interessato quando John lo chiamò dicendogli che aveva bisogno di un chitarrista. Aveva sentito parlare molto dei Doors da John che aveva citato spesso il loro cantante pazzo e selvatico, Jim Morrison. John suggerì che lui e Jim si incontrassero a casa di Robby, alle Palisades, per vedere se trovava possibile lavorare con un cantante così poco convenzionale. La preoccupazione di John, che Robby potesse trovare Jim troppo estremo, era comunque infondata perché la coppia si trovò subito bene. Robby acconsentì a lavorare con il gruppo nelle prove che si tenevano adesso in un garage dietro la stazione dei pullman di Santa Monica. Ray disse in seguito: “Robby si presentò con la chitarra e un collo di bottiglia e appena mise quel vetro sul dito e cominciò a suonare facendo boiiing io dissi: che suono! E’ incredibile! Questo è il sound dei Doors. La prima canzone che suonammo fu “Moonlight drive” perché non aveva tanti accordi e alla fine io dissi: “questa è forte, è la più bella esperienza musicale che abbia mai avuto. Eravamo un pò troppo alti, però andava...bene, andava bene fin dall’inizio.
La formula, la chimica erano giuste, c’eravamo io, John e Robby con la nostra placidità, bilanciati dalle tendenze Dionisiache di Jim. Era una cosa spontanea - non poteva fallire. Pensai, ci siamo, ce la faremo. Faremo una grande musica e piacerà alla gente”. La ricerca del bassista invece si mostrò più difficile del previsto e allora Ray si procurò un basso a tastiera Fender Rhodes eliminando la necessità del bassista. Ray rivelò su Modern Keyboard: “ho sempre pensato che avevamo bisogno di qualcuno alla base perché non riuscivo a farlo io con il Vox Continental che suonavo. Inoltre non abbiamo mai trovato un bassista con cui volessimo lavorare. I bassisti suonano sempre troppo.

Nessun bassista voleva suonare come volevamo noi, in modo sparso e ipnotico, poi, mentre un giorno ci stavamo esibendo in qualche posto per avere un contratto - e non ci siamo riusciti perché eravamo troppo strambi - notammo che il complesso di casa aveva uno strumento chiamato Fender Rhodes montato sopra un organo Vox Continental come il mio. Io spensi l’amplificatore, suonai qualcosa e capii che era un basso a tastiera. Visto questo dissi: “eccolo qui, è lui. Abbiamo trovato il bassista”. Il nucleo del gruppo adesso era completo e si radunava ogni giorno per creare il sound dei Doors. Qualche volta il gruppo suonava ad un matrimonio e Ray faceva il cantante in “Louie Louie” e in “Gloria”. Jim non aveva superato la sua timidezza e le rare volte che cantava lo faceva voltando la schiena al pubblico o con gli occhi strettamente chiusi. Più o meno in questo periodo Jim incontrò ed entrò in confidenza con la diciannovenne Pamela Courson. Lei aveva l’aspetto di una delicata figurina di porcellana, snella come una piuma con bei capelli lunghi e rossi che le scendevano oltre le spalle. La carnagione era pallida e lentigginosa e i suoi occhi straordinariamente grandi, le conferivano un vulnerabile aspetto da cerbiatta. Era nata il 22 Dicembre del 1946 a Weed in California e suo padre era stato pilota della Marina come quello di Jim ma adesso era preside di una scuola superiore nella contea di Orange. Pamela aveva lasciato la scuola d’arte proprio poco prima di incontrare Jim e fu rapidamente affascinata da lui. Lui le insegnò la filosofia e lesi incoraggiò la sua poesia. Questo fu l’inizio di una relazione che, benché a volte burrascosa, sarebbe stata la più stabile nella vita di Jim. Il contratto che stipularono con il cosiddetto Mr. James fu discutibile. Guadagnavano dieci dollari per notte dal giovedì alla domenica suonando cinque sessioni per volta dalle 21 alle 2 con un quarto d’ora di riposo tra una sessione e l’altra. La clientela consisteva principalmente di drogati, marinai, turisti occasionali e poco altro e benché l’atmosfera facesse al complesso un effetto deprimente il posto forniva una eccellente opportunità per sperimentare di tutto. Fornì anche al reticente Jim quella pratica in abilità di scena di cui aveva tanto bisogno. All’inizio, Jim continuava a insistere per cantare con la schiena al pubblico, come prima, ma senza che passasse molto tempo si fece coraggio e cominciò a dirigere le sue energie verso il pubblico, apprezzando la propria crescente capacità di manipolarlo con la propria azione. In un mese, il gruppo era riuscito a mettere in repertorio 25 canzoni ma la Columbia non si faceva sentire. Ci fu un fugace momento di speranza e sollievo quando un produttore, Larry Marks, andò al Fog una notte e si presentò al gruppo; però, dopo, non si fece mai più vedere. Sebbene Billy James continuasse ad essere entusiasta del gruppo, non riusciva a convincere nessun produttore della Columbia a portare il complesso in studio e nessuno degli altri responsabili considerava il gruppo un affare commerciale. Di conseguenza, Billy James ricevette una lettera in cui la compagnia lo informava che non avrebbe sfruttato l’opzione di avere i Doors come complesso.

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