A Napoli, nel 1647, il giovane pescivendolo Tommaso D'Amalfi,
detto Masaniello, guida la rivolta contro i "gabellieri",
per protestare contro le ingenti tasse imposte al popolo. La
rivoluzione dilaga e il Viceré è costretto a fare
alcune concessioni. Dietro il consiglio maligno del cardinale,
il Viceré fa convocare Masaniello a corte, imponendogli
però di vestirsi come un aristocratico. Il giovane cade
nel tranello, mentre il popolo comincia a sospettare della lealtà
del giovane capopopolo. Il Viceré, facendo leva sulla
diffidenza dei rivoltosi, fa spargere la voce che Masaniello
è impazzito e la gente ne chiede a gran voce la carcerazione.
Ma gli sbirri del Viceré finiscono per ucciderlo. Soltanto
ai funerali, il popolo comprenderà di aver subito ancora
una volta i subdoli giochi degli oppressori.