Biografia
LI UNISCE LO STESSO QUARTIERE Pietruccio (Pietro Montalbetti) e Lallo
(Giancarlo Sbriziolo) frequentano la stessa scuola elementare, abitano
nello stesso quartiere a Milano; successivamente conoscono Pepe (Erminio
Salvaderi) ed è amicizia vera, sin dalla tenera età. Poi giunge la
musica. Non sono figli d'arte, ma basta questa a cementarli anche
artisticamente fino ad oggi: da allora li vedremo sempre inseparabili.
DREAMERS, SQUALI, DIK DIK
Prima di diventare Dik Dik sono Dreamers, poi Squali. Siamo agli inizi
degli Anni '60: si esibiscono alle feste studentesche e nei locali che
in quei giorni venivano aperti con una frenesia e una voglia di novità
che calamitava nella Milano di quei tempi chi aveva desiderio di realizzarsi;
il nostro gruppo non era da meno. Da ragazzi amano suonare la chitarra,
consumano freneticamente i primi dischi di rock'n'roll che giungevano
in Italia e da questi traggono il meglio che, lentamente, come una piccola
collina che diventa montagna, alimenta e costruisce una solida base
fatta di voglia di musica e d'arte che comunque bisogna avere innata
perchè diventi anche traguardo da raggiungere, per poter proseguire
verso altri traguardi ancora. Prendono il nome Dik Dik, gazzella africana,
perchè sanno di dover imparare a saltare più lontano per emergere, e
ci riescono.Pietra su pietra, ogni nota viene immagazzinata, analizzata
e poi filtrata attraverso la personalità
di ciascuno; infine fusa nell'espressione del gruppo: i tre s'avvicinano
alla musica dei Beatles.
Fortificati e pieni di coraggio, pronti al grande salto, riescono
ad ottenere un'audizione presso la Casa discografica Ricordi, dove,
durante un provino incontrano l'allora sconosciuto Lucio Battisti,
anch'egli lì per lo stesso motivo.
Ottengono, insieme a Lucio, una scrittura e collaborano entrambi con
Mogol (Giulio Rapetti). 1-2-3 IL PRIMO DISCO Il singolo, 1-2-3, del
loro debutto viene presentato in anteprima da Gianni Boncompagni a
Bandiera Gialla. È un buon inizio. Nasce così il gruppo - formato
da Pietruccio Montalbetti, Sergio Panno (alla batteria), Mario Totaro
(alle tastiere), Lallo (Giancarlo Sbriziolo - voce e chitarra) e Pepe
(Erminio Salvaderi (chitarra e seconda voce) - che unisce alla nuova
amicizia l'arte che ognuno ha dentro di sè. Il sodalizio, Battisti-Dik
Dik-Mogol, dura per ben sette anni, durante i quali mette a segno
molti successi discografici: Sognando la California, Il mondo è con
noi, Guardo te e vedo mio figlio, Il vento, Vendo casa, Dolce di giorno,
Se io fossi un falegname, Io mi fermo qui, Il primo giorno di primavera,
Senza luce. La scelta sapiente di cover inglesi e americane che le
grandi star dell'epoca non disdegnavano di far proprie è il modo migliore
di entrare, per non più uscire, dal cuore di migliaia e migliaia di
fans che non li abbandoneranno più. California dreamin', A whiter
shade of pale, If a were a carpenter, Mighty Quinn, canzoni che tradotte
in italiano, colpiscono inesorabilmente e direttamente al cuore gli
ascoltatori e diventano espressione di libertà e gioia per la gioventù
che in questa musica si identifica.
I Dik Dik diventano così il gruppo italiano con più Hits in classifica.
Dopo questo sodalizio i Dik Dik iniziano un'altra proficua collaborazione
con Maurizio Vandelli, producendo altri grandi successi, quali: L'isola
di Wight, Viaggio di un poeta, Storia di periferia, Help me. DA SANREMO
A MONTREAUX, DA CUBA AL CILE I Dik Dik partecipano alle più grandi
manifestazioni e rassegne musicali in tutto il mondo; dai festival
nazionali di Sanremo, Cantagiro e Festivalbar, passano con il medesimo
entusiasmo e professionalità al festival di Montreaux, a Cuba, in
Cile, e in varie tournée in tutta Europa, in Sud America e negli USA.
Renzo Arbore riconosce ai Dik Dik il merito di aver diffuso, con grande
professionalità e notevole tempestività, secondi a nessuno, quelle
nuove tendenze musicali, prima fra tutte il caratteristico sound californiano
che da sole avrebbero faticato non poco a penetrare nel nostro Paese.
I Dik Dik entravano e uscivano dai "mangiadischi" infinite volte
confrontandosi con miti mondiali come i Mamas & Papas e i Procol
Harum senza mai esser da questi minimamente sminuiti.
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E questa storia diventa anche la storia dei loro fans, loro, che allora
eravano i ragazzi di vent'anni, si sono idealmente uniti in questo
loro peregrinare tra un disco e l'altro, sono cresciuti insieme, sempre
giovani nell'anima. IL FUTURO L'apertura di un sito internet nel 1977
e la nascita di un loro giornale telematico, IL VENTO, ci mostrano
la continua evoluzione anche tecnologica di un gruppo, i Dik Dik,
che ha ancora tanto materiale nascosto che non finirà di stupirvi.
Non meravigliatevi, il bello deve ancora venire.
Il
Saranno presenti ovunque; l'amore per la musica si sposerà alla
loro voglia inesauribile di costruire qualcosa di nuovo, un
cocktail di multimedialità e voglia di mostrare agli altri che
i primi trent'anni che Pietruccio, Pepe e Lallo hanno vissuto,
sono sempre lì, a portata di mano o di sito o di qualche altra
diavoleria che sicuramente li coinvolgerà.
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